martedì 25 settembre 2007

TU e il cinema

Anche oggi una nuova sezione vede la luce in queste pagine: "TU e il cinema".

L'area, raggiungibile dall'apposito link sempre presente nella colonna di destra, sostituisce il mio lungo elenco di film consigliati per lasciare spazio ai VOSTRI suggerimenti!

Film del passato, del presente e in arrivo saranno il focus dei vostri consigli. La forma di presentazione del vostro film dovrà essere:

TITOLO FILM, regista (genere, eventuali altre informazioni come, ad es., gli attori principali)

A ciò potrà aggiungersi, se vorrete, un vostro commento più o meno lungo.

Dunque, se è tutto chiaro, inauguro ufficialmente la nuova sezione "TU e il cinema"!!

23 commenti:

Anonimo ha detto...

Per chi di voi si fosse attardato e non l'avesse ancora visto (perchè sono sicuro che ognuno di voi aveva già in programma di andarlo a vedere) consiglio:

"Sicko"
di Michael Moore

Si tratta di un DOCUMENTARIO sulla situazione sanitaria americana. Ma potrebbe anche essere inteso come un horror o un drammone storico alla "Schindler's list". Insomma, ce n'è per tutti i gusti!
Che democrazia può esserci se il popolo muore e lo stato osserva?

NutreLaMente ha detto...

A Mauri va lo scettro di "inauguratore della nuova sezione sul cinema"!! Se lo era fatto strappare da franky per la sezione "TU e le tue cose entusiasmanti" e ha voluto rifarsi qui!..vero?!? ;p

Grazie per il film consigliato, mi stavo giusto chiedendo ultimamente se valesse la pena vederlo, visto anche la distanza che sento dal problema documentato, problema prettamente americano e, forse, di pochi altri paesi (o almeno spero!)

Io ho, invece, una domanda per Nicco:

ieri sera ho visto con l'Ali...

LA SAMARITANA, di Kim Ki Duk (drammatico)

e mi chiedevo...perché ti è piaciuto tanto? Forse puoi aiutarmi a cogliere qualche aspetto che mi sono perso...

Niccolò ha detto...

Ho appena rivisto il film e mi sono appuntato qualcosa per cercare di darti una risposta esauriente. Ho letto anche le varie recensioni in rete ma mi pare che nessuno abbia compiutamente colto il duplice piano di indagine che il film propone. Dal mio punto di vista vi è una duplice con-fusione. Una è abbastanza semplice (buddhismo-cristianesimo), l'altra è il topos psicologico tanatòs-eros. Verrebbe da dire niente di nuovo sotto il sole. E invece qualcosa di nuovo c'è, ed è la particolarità dell'indagine del regista attorno alla apparente banalità dei temi. Un'indagine che abbandona le atmosfere mistiche di "Primavera, estate..." e torna "orizzontale". La bravura di kim ki duk sta, secondo me, nel non cadere nell'errore logico della ipostatizzazione delle "istanze" psichiche(mutarle da istanze a sostanze per intenderci. Ritengo peraltro che il termine sostanza in senso metafisico sia anch'esso un'ipostatizzazione di una "necessità semantica", ovvero il soggetto in senso grammaticale). E questo avviene solitamente (o stolidamente) per fare fronte alle esigenze di semplificazione e sistematizzazione del cervello umano. Ecco che il regista riesce invece a proporre una con-fusione di necessità psichiche e pulsionali senza doverle de-limitare e senza tradurle (e quindi tradirle) ad un opinabile statuto ontologico. Detto questo, passo ad esaminare alcuni spunti molto interessanti che questo film ha evocato (mi limito ad accennarli, senza svilupparli completamente, per esigenze di spazio ma anche per ricalcare lo stile registico di incompiutezza):

Vasumitra (sesso felice che converte al buddhismo) -Samaritana (colei che da da bere all'assetato e le sono rimessi i peccati)- Conversione (?) finale dell'amica che assume lo pseudonimo di Vasumitra. Eros

Morte dell'amica che decide di lanciarsi dal balcone (assurdità dell'agire umano. Oppure: possiamo forse fare ciò che vogliamo, ma possiamo volere ciò che vogliamo? e capire ciò da cui veniamo voluti?)

Rapporto saffico accennato fra le due ragazze; sedute nel parco ad osservare l'orizzonte sono affiancate da sculture di una "famiglia" (esistenza di una famiglia indipentemente dall'elemento sessuale(?) ).

Richiesta di un rapporto sessuale meccanico con gli uomini da parte dell'amica a Vasumitra (" Sembra che ci provi gusto" "Non urterò più i tuoi sentimenti, mi limiterò solo a fare sesso") pseudo-conversione di Vasumitra alla morale cristiano- cattolica arcaica. "Se non ti è piaciuto non è peccato" Sant'Agostino.

Sesso come Nemesis per la morale cristiano - cattolica

Morte felice di Vasumitra, assunzione di ruolo e pseudonimo da parte dell'amica pseudo-Vasumitra (attenzione al concetto di "pseudo"; non certo "uguale a" ma "ingannevole"...questo potrebbe fare pensare all'impossibilità di una reale conversione fra uomini ma sempre e solo di inganni; infatti l'assunzione di ruolo nel caso di specie è a sua volta dettata da una forma di espiazione che è e resta della morale cristiano-cattolica). Restituzione dei soldi - remissione dei peccati.
Da ricordare inoltre che anche per quanto riguarda la prima amica l'identità di Vasumitra era già un'assunzione-di-ruolo (già pseudo)

Il padre scopre che la figlia si "prostituisce" mentre indaga su di un omicidio (morte "dell'ideale di..." o molto più semplicemente sangue dell'omicidio - sangue perdita della verginità)

All'inizio ipostatizzazione dei caratteri nella dicotomia delle due ragazze, dopo la morte dell'una sintesi, con-fusione.

Il padre della pseudo-Vasumitra esprime la violenza e coloro che la subiscono l'autopunizione del punito.

Ritorno alla tomba della madre (acqua-rinascita-sogno di morte - morte della morte, meglio: morte della "necessità-di-morte").

Libertà=solitudine ("Papà non ti seguirà più")

In ultima analisi il film mi pare un'indagine di carattere introspettivo sull'animalità dell'uomo a qualsiasi livello: sesso - violenza (dove è più evidente) amore - espiazione - morale - religione (dove è sublimata).

Poi sono d'accordo con te se mi dici che questo non è uno dei suoi film migliori, come non posso eccepire nulla se affermi che questi spunti me li potrei benissimo essere inventati su due piedi ma....aspetta qual'era il punto al quale volevo arrivare....incompiutezza....

NutreLaMente ha detto...

Caro Nicco,
intanto grazie davvero! Non speravo in tanto!

Poi... ora cerco di decriptare il tuo dotto commento, ci rifletto un po' su e poi ti rispondo!

A PRESTO e non dimenticarti di tornare qui per ogni questione riguardante il cinema (suggerimenti, recensioni, etc etc.)!!

Niccolò ha detto...

scusssate l'errore asinello.... qual era :D

by asinello



grazie krispino poi dimmi se condividi!!!

Anonimo ha detto...

Al volo dato che devo andare a lezione (non prima che Fabio abbia finito la trasmissione però!!!)

Film visto un paio di settimane fa:
Requiem for a dream di Darren Aronofsky (con Jared Leto).

beh, fotografia e musica di sicuro effetto, storia molto cruda, ma ne vale sicuramente la pena.

enjoy!

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con te, Claudia!!! E penso siano d'accordo anche giulia e nicco...^_^

Anonimo ha detto...

io però a pensarci ancora un po' rabbrividisco..comunque bel film, molto d'effetto.
baci

Anonimo ha detto...

Ogni tanto anche chi macina film dalla mattina alla sera si trova di fronte ad un capolavoro che vale la pena condividere con qualcuno. Mi siete venuti in mente voi, ma vorrei che foste tanti tanti di più.
Se non l'avete ancora visto, guardate "Novecento" di Bernardo Bertolucci, film in due atti che racconta la nascita del comunismo e del fascismo in Italia. Vi prometto che non ve ne pentirete.
Si tratta di una pellicola di una potenza dirompente. E' un film di parte, si, è un film da comunisti. Personalmente non sono né comunista né fascista, sono uno a cui piace il cinema. E questa è una piccola confessione pubblica. Forse dovrei rimuginarci un po’ sopra, per non rischiare di avventarmi con foga ingiustificata sulla passione e sul turbinio di idee che questo film ha scatenato dentro di me. E non sto parlando di idee politiche, ma cinematografiche. Sto parlando di mille battute con un significato profondo, sto parlando di scelte registiche che raccontano qualcosa, di colori che evocano storie che i nostri nonni raccontavano, parlo di un’Italia contadina che si racconta – e non viene raccontata – da un regista che forse non si rese nemmeno conto di quello che realizzò. Una lezione di storia tendente al rosso e pertanto impropriamente attendibile. Ma una prova registica degna di un Intellettuale, che spinge alla commozione per la sua complessa semplicità. Questa è la mia confessione: è uno dei più bei film che abbia mai visto.

NutreLaMente ha detto...

VENDUTO!
Non mi ha mai attirato fino in fondo quel film ma...mi hai convinto: lo guarderò! E poi ne parliamo qui, se ti va!

Grazie per il consiglio!

NutreLaMente ha detto...

Anche se avrei potuto tranquillamente farlo prima ancora di vederlo, dopo averlo visto vi consiglio l'ultimo film con Valerio Mastandrea:

"NOTTURNO BUS", genere noir

Per leggere una recensione di questo film andate qui:
http://filmup.leonardo.it/notturnobus.htm

NutreLaMente ha detto...

Riassumo i film consigliati sino ad ora:

"SICKO", di Michael Moore (by mauri)

"REQUIEM FOR A DREAM", di Darren
Aronofsky (by claudia)

"NOVECENTO", di Bernando Bertolucci (by mauri)

"NOTTURNO BUS", con Valerio Mastandrea (by kRi)

In più si è discusso della bellezza o meno del film di Kim Ki Duk, "LA SAMARITANA".

NutreLaMente ha detto...

Quasi non ho finito di consigliarvi NOTTURNO BUS che vi consiglio un altro grande film:

"NUMBER 23", di Joel Schumacher (con Jim Carrey).

Intanto diciamolo subito: questo film si fonda tutto su una grande interpretazione di Jim Carrey (che riveste due diversi personaggi, risultando sempre - o quasi - molto convincente).

Tutto il film è giocato sull'ossessione per il numero 23, ossessione che porterà il protagonista a vedere la sua vita descritta in un libro trovato per caso, per poi scoprire che quel libro...
No, non vi dico altro: GUARDATELO! Passerete 90 minuti a tratti pesanti ma che alla fine vi lasceranno la sensazione di aver visto un gran film.

Per una recensione, andate qui:
http://filmup.leonardo.it/sc_thenumber23.htm

Anonimo ha detto...

Consiglio vivamente il film "Across the Universe", è appena uscito. E' un musical ambientato tra Liverpool e New York durante gli anni '60, accompagnato dalle canzoni dei Beatles... io non l'ho ancora visto però!! Ho visto un paio di servizi su questo film e letto delle recensioni tutte super positive, nonchè sentito il commento entusiasta dei miei parents appena tornati dal cinema.
Quindi proporrei: andiamo a vederlo tutti insieme???
Io voto domenica (causa impossibilità x tutti gli altri giorni...)! Daidai!!
Bacibaci

NutreLaMente ha detto...

Io ci sono!! Grande Ali che ti sei ricordata di questo spazio!

NutreLaMente ha detto...

Vi consiglio davvero col cuore questo film:

"QUALE AMORE", genere drammatico, con Giorgio Pasotti e Vanessa Incontrada, tratto dal libro di Lev Tolstoi "Sonata a Kreutzer".

Qui trovate la scheda:
http://filmup.leonardo.it/sc_qualeamore.htm

Io sottolineo i momenti più "alti" secondo me:

- i bambini che giocano col trenino sul pianoforte della madre e lei che guarda il tutto, sconsolata dalla sua condizione di madre, condizione che non le permette più di seguire il suo sogno di musicista;

- Pasotti e il buon vecchio che camminano nel terminal dell'aeroporto, in penombra..Pasotti che si ferma, accelera, si gira, rallenta..e il vecchietto dietro di lui, reattivo ad ogni movimento del giovane Pasotti;

- la scena finale, semplice ma poetica.

E POI VI LANCIO UNA PROVOCAZIONE, venutami guardando questo film:

...e se davvero l'insanabile infedeltà degli esseri umani fosse una mera ed inevitabile conseguenza solo ed unicamente del nostro essere degli animali? Una conseguenza del nostro inconscio, ma perenne, istinto naturale di riproduzione (mascherato da sesso per piacere da moderni artifizzi anticoncezionali)?
Se davvero l'amore VERO, quello fedele e, soprattutto, DEVOTO fosse seriamente minacciato da questo istinto incontrollabile e fosse dunque, questo amore devoto, più unico che raro???

Spero tanto che questa mia intuizione delle 00.00 sia solo pura mistificazione.

BUONA RICERCA A TUTTI...

NutreLaMente ha detto...

Guardatevi assolutamente...

"THE LIBERTINE", con Johnny Deep

interpretazione da Oscar di JD e scena finale (monologo di JD) davvero sensazionale! Ti lascia perplesso e con alcune domande non proprio belle nella testa.

NutreLaMente ha detto...

"ESPIAZIONE", di Joe Wright. Con Keira Knightley e James McAvoy.

Non vi dico altro. Lasciate stare la critica cinematografica e guardatelo, gustatelo, assaporatelo e poi ditemi cosa ne pensate.

NutreLaMente ha detto...

"APOCALYPTO", di Mel Gibson.

Davvero un gran bel film. Ottima recitazione (seppur con attori, almeno a me, sconosciuti), fotografia stupenda, regia e montaggio da 140minuti di pura suspense. Non vedevo un film così emozionante da tempo. Certo, è molto violento ma non è mai una violenza pretestuosa (o forse talvolta sì, ma ci sta nel contesto del film). Sconsigliato ai deboli di cuore e alle persone sensibili alla violenza e al sangue. Consigliatissimo a tutti gli altri.

NutreLaMente ha detto...

Purtroppo non ho tempo per un commento come si deve (spero passi di qui Mauri a darmi sostegno) ma...

NON PERDETEVI,

"AMERICAN GANGSTER", di Riddley Scott, con Denzel Washington e Russell Crowe (al cinema in questi giorni).

Bello, bello, BELLO!

Anonimo ha detto...

oggi proprio mi lancio con il blog! vi consiglio vivissimamente (non si deve davvero perdere!) il film

"INTHO THE WILD" di Sean Penn.

non credo sia il film più bello che io abbia mai visto,anche perchè, come ho ribadito tante volte, non so stilare questo genere di classifiche. Questa volta riesco però a dire che probabilmente (non ci riesco proprio ad essere decisa uffi!!) è quello che più in assoluto mi ha emozionata! Se non dovesse piacervi il film ,impossibile non godersi almeno la colonna sonora.



Abbastanza deludente invece l'ultimo del vecchio Woody

"SOGNI E DELITTI"

mi aspettavo decisamente di più, anche se qui le donne possono trovare comunque delle ottime ragioni, che si chiamano Colin Farrel ed Ewan McGregor, per andare a vederlo!!!

Anonimo ha detto...

Conclusione ideale di Match Point, Sogni e Delitti è l’ennesima prova, se ancora di prove c’era il bisogno, dell’abilità e della competenza di Woody Allen. Avevamo abbandonato Jonathan Rhys Meyers (o Jude Law, vero Kri??) assassino salvato dal rimbalzo imprevedibile di un anello, e ora troviamo Ian e Terry protagonisti improvvisati dello stesso dramma morale. E ancora una volta la domanda eterna che Woody si rimbalza da film a film, “E’ meglio essere talentuosi o fortunati?”, rimane senza risposta. Infatti zio Harold è un uomo di sicuro successo e indiscutibile talento che, trovatosi in posizione di scacco, deve necessariamente affidarsi ai due giovani e disperati nipoti per ottenere l’aiuto di qualità che solo un consanguineo può concedere. Già, la famiglia, tema stradiscusso dall’appassionato di sentimenti interni Woody, che in quest’ultima pellicola ci dice che la famiglia è un’istituzione sacra di fronte alla quale si accantonano i principi morali assunti come immutabili (sarebbe d’accordo il Rocco di Luchino Visconti in Rocco e i suoi fratelli). Quegli stessi principi e quella stessa moralità acquisite però, ancora una volta, in famiglia, intesa come prima e forse più importante palestra morale. Famiglia come nucleo a parte, esterno al mondo, composta da esseri diversi dagli uomini, disposti a far fuori chiunque per un posto al sole ma caini interdetti, impotenti di fronte al proprio stesso sangue. Ian e Terry agiscono, sicuro e spietato il primo, divorato dai dubbi e dai debiti il secondo. Il senso di colpa, altro tema fondamentale del film, comincia a delinearsi diventando quasi un ulteriore personaggio che accompagna i due protagonisti come un’ombra. A questo proposito vorrei solo ricordare quella strabiliante scena di interno, nella quale Terry e Ian stanno aspettando che la loro vittima rincasi. Ad un tratto squilla il telefono e parte la segreteria che registra la voce inferma e arrocchita della madre novantenne dell’uomo. Woody non sa trattenersi dall’inserire anche una sola piccola trovata comica in un contesto tragico, al limite del funebre. Lo spettatore ride e annuisce soddisfatto.
Piccola riflessione indipendente: nonostante il testo sia solido in tutte le sue parti, credo che senza due giganti come Ewan McGregor e Colin Farrell (doppio applauso per quest’ultimo) anche il più quotato autore vivente si sarebbe trovato in difficoltà a mantenere lo stesso livello di tensione e di pathos per cento e passa minuti.
Analizziamo per un attimo i due protagonisti. Ian rappresenta lo stereotipo del giovane arrivista, spregiudicato, sicuro delle sue possibilità e perennemente proiettato nel futuro. Ian è la mente, come riconosce la madre stessa dei due ragazzi, mentre Terry è il corpo, l’atleta, puro e semplice, immacolato anche quando perde novantamila sterline a carte. Una delle prime inquadrature è come se fornisse una possibile chiave di interpretazione dell’intero testo. Vediamo i due fratelli all’uscita del porticciolo che chiacchierano sulla possibilità di comprare la barchetta dei loro sogni. Ovviamente la camera è fissa, come scuola Woody insegna, e gli oggetti di scena diventano protagonisti. Ian è infatti completamente coperto da un cancello di ghisa, ma possiamo intravedere il suo volto che spunta tra una sbarra e l’altra. Ian è quindi un personaggio misterioso, coperto, impenetrabile, diviso dal resto del mondo da un cancello che non aprirà fino all’ultimo fatale viaggio in barca. Terry invece è allo scoperto, è proprio come ci viene presentato, come le mani perennemente sporche di grasso e una camicia aperta sul davanti. Non è altro e non ha altro, è un personaggio semplice, siamo noi che lo guardiamo (almeno per quanto mi riguarda). Ancora, nella scena del parco, dove lo zio Howard fa la sua spiazzante richiesta, Terry non è mai “lasciato solo” dalla cinepresa nel momento di maggiore fragilità. Vediamo Ian inquadrato da solo nella serie di campi e controcampi, impeccabile in giacca e cravatta che risponde a tono sia allo zio che a Terry. Quest’ultimo al contrario è sempre inquadrato in compagnia dello zio, che in questo caso funge da sostegno per la psiche turbata del giovane nipote.
La storia poi, offre molteplici spunti di riflessione, dall’amore dietro compenso della giovane attrice, alla depressione post traumatica di Terry.
Ma, per non dilungarci troppo, parliamo del titolo, di quello vero, Cassandra’s Dream appunto (maledetto vizio italiano di tramutare il tutto in niente). Cassandra’s Dream è il nome della piccola imbarcazione dei due giovani fratelli, che appare all’inizio del film, lo accompagna in un paio di occasioni e lo conclude. Ed ecco la domanda che forse dovrei trattenere e invece lascio libera di sbizzarrirsi: e se fosse la barca la vera protagonista? Il sogno di Cassandra, presagio di sventura, di morte, presagio non ascoltato ma inevitabile conclusione del conflitto fra uomo e morale. E se in Match Point il protagonista ce la fa, scappa dal castigo degli uomini e dal castigo divino, in Cassandra’s Dream la barca della sventura annunciata diventa il sarcofago galleggiante dei due fratelli, la conclusione ideale di un discorso cominciato da Woody Allen settantuno anni fa.

Anonimo ha detto...

consiglio "colpo d'occhio" a tutti coloro interessati al'arte contemporanea!

a kri non è piaciuto tanto, a me invece sì, perchè è un perfetto panorama di quella realtà ed è capace di catturare chi, come me, si sente attratto da quel mondo..
Limiti: attori tristi a sproposito.

Baci,
ali