sabato 6 ottobre 2007

Internet: mezzo democratico o possibile pericolo?

Ritornano finalmente su "Nutre la mente solo ciò che la rallegra" le discussioni!

Si ricomincia parlando di un argomento non lontano da qui: INTERNET.

Dopo il caso Grillo, internet sotto accusa: è davvero un luogo di confronto democratico o può diventare un "grande fratello", più persuasivo, populista e pericoloso della televisione?

Questo interessante, e non ovvio, quesito è stato posto da un arricchente articolo di 4 pagine dell'ESPRESSO che ti consiglio vivamente di leggere interamente prima di tornare qui a lasciare la tua preziosa opinione.

Per leggere l'articolo, clicca QUI [N.B. L'articolo si presenta in una pagina sola ma in realtà le pagine sono 4: per leggerlo tutto clicca sul link "pagina successiva" alla fine del testo].

VI AGGIUNGO UN SIGNIFICATIVO ESTRATTO preso da "Porta a Porta" (ringrazio Mauri per la segnalazione!):

E' con piacere che, dopo tanto tempo, DO' IL VIA ALLA DISCUSSIONE!!

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho aperto la finestra e ho urlato per ore. Ho urlato quello che non mi andava bene, quello che secondo me bisognava cambiare, quello che era giusto ma si doveva ancora migliorare. Spronavo le corde vocali al massimo e mi faceva male la gola ma io continuavo ad urlare, urlare, urlare. Ma la mia finestra da su un campo coltivato a granturco, la città è dall’altra parte, abitata da migliaia di persone simili a me che gridano a campi vuoti o a muri graffittati. Ogni tanto qualcuno di noi riesce a trovare il modo di gridare in modo che gli altri lo sentano, e allora interi quartieri urlano insieme, diverse borgate si uniscono in un’unica esplosione di voci. Ma il depositario del segreto, colui che sa come far giungere il suo grido a tutti noi, egli detta le regole del nostro linguaggio, egli decide cosa va bene, cosa bisogna cambiare, cosa è giusto ma si deve ancora migliorare.

Non credo che Internet sia un mezzo democratico. I motori di ricerca non funzionano sulla base di un principio democratico. I siti non sono democratici. Internet è l’illusione della democrazia.
Democratico è un sistema che permette a ciascuno di esprimere la propria adesione o il proprio veto a una particolare istanza sociale. Con il voto noi decidiamo, esprimiamo un consenso, delegando a qualcun altro il compito di tramutare quella X in un atto concreto. Internet non funziona così. Funziona basandosi sulla maggioranza dei click. Ma questo non garantisce pluralismo all’informazione, lo simula certo, questo pluralismo, lo rende percepibile ma non raggiungibile. Digitando in un motore di ricerca alcune parole che rimandano ad un argomento di pubblico interesse (ad esempio la questione del welfare”) vedrete come i risultati visualizzati nella prima pagina rimandino ai siti più linkati da altri siti, “LaRepubblica.it”, “Corriere.it”, “Wikipedia”. Il motore di ricerca si basa su un principio filologico unito a un algoritmo (il cosiddetto Pagerank che rileva il numero dei link ricevuti dal sito sugli altri siti della rete). Non esiste intervento umano (con più di 8 miliardi di pagine da sondare in 0,3 secondi in media, vorrei anche vedere), non potrà mai esistere e, pertanto, non potrà mai esistere un motore di ricerca democratico. E se il motore di ricerca è l’anima di Internet, partiamo menomati da una spiritualità bionica da umanizzare.
Tutto si basa sulla visibilità acquisita. Un blog come quello di Beppe Grillo sarebbe mai uscito dall’anonimato senza i perenni rimandi che il già seguitissimo comico genovese inseriva in ogni sua dichiarazione pubblica o spettacolo? Ovvio, anche il passaparola, il cosiddetto word of mouth marketing, contribuisce ad aumentare o diminuire il successo di un sito o di un weblog. Ma una volta ottenuta la popolarità, è necessario mantenerla trattando argomenti di pubblico interesse, particolarmente sentiti dalla maggioranza degli utenti. E quale argomento accomuna più cervelli che la politica? Grillo deve il successo suo e del suo blog a quell’onda di comicità satirica che si è sempre sentito di cavalcare da indiscusso protagonista. Fin dai primi anni della censura televisiva era visto come il personaggio scomodo che in quanto tale doveva forzatamente dire la verità. Altrimenti che senso avrebbe avuto la sua esclusione? Da questo è nato il suo impegno teatrale, i suoi tour per l’Italia, i biglietti degli spettacoli che andavano sempre più a ruba. Grillo è diventato un fenomeno sociale, un detonatore (definizione questa che spesso faccio mia), un uomo che ha trovato il modo di gridare in modo che gli altri lo sentano. E qui, forse, si annida infingardo il “problema democratico”. Quello che Grillo dice, gli argomenti che tratta, sono sentiti sì, ma sentiti da Grillo e dal suo entourage in primis, prioritizzati senza interpellare l’uditorio. Sul Beppegrillo.it non nascono discussioni dalle ceneri di altre discussioni, non esiste lo spunto popolare che caratterizza il discorso democratico. Si assiste fintamente partecipi (con 4587 commenti, la parola diventa applauso; bellissima la metafora contenuta nell’articolo) ad una gerarchizzazione di eventi e casi quotidiani di pubblico interesse, filtrati dall’occhio politico del comico. E non bisogna sforzarsi molto per capire che chiunque tratti di politica lo fa sposando un’idea, quando non un’ideologia, e questa idea veste i colori di partiti e uomini politici. E quindi la rilevanza dell’argomento che oggi mi viene proposto è una rilevanza soggettiva e singolare, pertanto irrilevante per la comunità. E’ questo il “populismo a calamita” di Grillo: tratto un argomento che so che ti interesserà proponendotelo nel modo che IO ritengo più opportuno, rimandandoti a degli articoli che IO ritengo appropriato tu legga e così via.
Giusto sarebbe un comitato di rappresentanti dei diversi schieramenti politici che organizzasse un dibattito su scala nazionale, esponendo con onestà quelle che sono le vere problematiche del paese. Un “blogparlamento.it”, espressione forse più compiuta di quella e-democracy ancora così sfocata all’orizzonte.
Internet un mezzo democratico? Sostenendolo, urliamo contro il muro graffittato del digital divide. Ma quale città globale del digitale? Siamo una nicchia! Siamo i pochi tra i pochi. Ricchi con ricchi mezzi di comunicazione che parlano di cose da ricchi.
Non bisogna commettere l’errore di considerare Internet come l’isola felice dove chiunque può dire la sua sicuro che gli altri resteranno in placido ascolto e controbatteranno, se il caso, in modo costruttivo. Internet è una giungla di informazioni contrastanti, di tribù selvagge con i loro capi e i loro santoni. Siamo gli uomini primitivi del terzo millennio. Dobbiamo disilluderci e lavorare affinché nella giungla esistano spazi di dialogo serio e di sviluppo. Non è possibile civilizzare la giungla, raderla al suolo, renderla ordinata come una metropoli. Non è possibile perché la giungla si allarga, si infittisce di giorno in giorno (quanti di voi hanno contemporaneamente blog, myspace, second life, account e-bay, posta elettronica…; ogni punto si interrela con tutti gli altri punti, ricordatevelo sempre). E’ possibile costruire cattedrali nella giungla (e-democracy che, attenzione, non significa Internet-democracy), rendendo Internet un’arma affilata come un’idea.
Altrimenti rimarremo soli, con i nostri blog, i nostri siti, a urlare in faccia a noi stessi che “non è giusto che nessuno ci dia ascolto”.

NutreLaMente ha detto...

Due annotazioni a Mauri (e non solo):
- hai scritto un commento molto bello ed interessante;
- essendo così lungo rischi che qualcuno se lo "perda" e sarebbe un peccato.

CONSIGLIO, dunque, A CHIUNQUE SI TROVI A SCRIVERE COMMENTI MOLTO LUNGHI QUANTO SEGUE:
quando finite di scrivere, fate una breve sintesi della vostra opinione ed inseritela all'inizio del vostro commento (SINTESI: ...).

Che ne pensate?

Comincio io...

SINTESI: Un blog come quello di Grillo non è, in sé, un forte detonatore democratico. I blog in quanto tali SI'. Internet non è un mezzo democratico, siti come quello dell'Internazionale che permettono di raggiungere con pochi click le pagine dei giornali di tutto il mondo...questo sì, è un mezzo democratico. Perché la rete non rappresenti più un pericolo che un beneficio, c'è bisogno di tempo e grande capacità di discernimento e profonda capacità critica.

COMMENTO INTEGRALE: Anche io sono stato vittima ingenua della "web-democracy" tanto auspicata da Beppe Grillo. Anch'io vedevo nel suo blog un potente detonatore democratico. In realtà avere 1000 commenti ad un post è come non averli: chi li legge? chi vi risponde? NESSUNO. E ancora: chi si ferma a riflettere davvero sul post di Grillo? Chi alimenta la fiamma? NESSUNO (o quasi). I più si limitano a battute, esternazioni, complimenti.

Un blog come quello di Grillo non è, in sé, un forte detonatore democratico. I blog in quanto tali SI'.

Internet non è un mezzo democratico, siti come quello dell'Internazionale che permettono di raggiungere con pochi click le pagine dei giornali di tutto il mondo...questo sì, è un mezzo democratico.

Ma perché la rete non rappresenti più un pericolo che un beneficio, c'è bisogno di tempo (e ci risiamo, proprio ciò che manca a molti di noi) e grande capacità di discernimento e profonda capacità critica.

NutreLaMente ha detto...

(in realtà il mio commento non era molto lungo e potevo evitare ma l'ho fatto per farvi capire cosa intendevo)

Anonimo ha detto...

INTERNET NON è UN MEZZO DEMOCRATICO:
- NON è FACILE TROVARE LE INFORMAZIONI, NON QUANTO SEMBRA A PRIMA VISTA. PER OGNI MIA RICERCA ALL'UNIVERSITà MI TROVO SEMPRE RIMBALZATA IN SITI NON AFFIDABILI, SENZA FONTE, O IN CUI è SOLO RIPORTATA UNA CITAZIONE. COSì NE SO QUANTO PRIMA... E MI RIVOLGO, COME SEMPRE, ALLA BIBLIOTECA. I LIBRI SONO ANCORA LE FONTI PIù.... PONDERATE (RIFLETTERE SU QS "PONDERATE"..)
- QUANDO CI SONO TROPPE INFORMAZIONI è COME NN CE NE FOSSE NESSUNA (Sì è VERO CI LAMENTIAMO SEMPRE...)
- LE INFO SONO FACILMENTE MODIFICABILI ED è FACILE IMMETTERE INFORMAZIONI DISTORTE
-Dà ADITO A DETURPAZIONI SOCIALI. VEDI PEDOFILI, PORNOGRAFIA LIBERA E GENTE CHE GUADAGNA SULLA PROPRIA PERDITA DI DIGNITà. E QUESTA NON è DEMOCRAZIA.
- DOBBIAMO TENERE IN CONSIDERAZIONE CHE CI SONO PAESI IN CUI L'USO DI INTERNET NON è LIBERO.. QUINDI DIRE CHE INTERNET IN Sè è DEMOCRATICA è UNA BALLA!
- INTERNET è DEMOCRATICA SE CI RIFERIAMO AL FATTO CHE OGNUNO PUO DIRE LA SUA, ED è LIBERO DI CERCARSI TUTTE LE INFORMAZIONI CHE VUOLE. NON è DEMOCRATICA NEL MOMENTO IN CUI NON è COSTRUTTIVA: TUTTE QUESTE OPINIONI SI PERDONO NELLA RETE, TROPPO VASTA.

Spero che ogni mio piccolo contributo vada ad aumentare il mare di pensieri di questo blog!

baci,
alice

Anonimo ha detto...

@ ali pelle:
Credo tu abbia fatto emergere una questione interessante. Tu scrivi "Internet è democratica se ci riferiamo al fatto che ognugno può dire la sua". Io trovo che questo sia uno dei grandi limiti della rete. La vera democrazia non può e non deve essere intesa come il libero e talvolta inopportuno cicaleccio di emeriti incompetenti che bazzicano blog e forum sproloquiando sui più svariati argomenti. Santoni dell'apocalisse e studiosi del nulla che magari fanno i metalmeccanici (senza nulla togliere alla professione) e passano mezz'ora al giorno sul pc a tentare di farsi un'idea. Il fatto che ogni cazzone possa entrare in Wittgenstein (io in primis ^_^) e dire la sua su questioni che nemmeno afferra nella loro complessità mi atterrisce.Il rischio concreto è che altri ingenui internauti (si può ancora usare questo termine o sta diventando desueto tanto quanto "argonauti"?) formeranno la loro coscienza sociale anche sulla base di commenti di persone che non sanno una cippa di minchia (scusate il tecnicismo)di società, politica, rete e quant'altro. Internet è un luogo per persone forti che riescono a stare salde anche quando la barca dei “grillanti” occupata da 4807 commenti punta la poppa verso le colonne d’Ercole (troveranno il Purgatorio o verranno sommersi come Ulisse?).

SINTESI: 1) Internet ospita talvolta opinioni imbecilli e questa non è democrazia, assomiglia più ad una giornata al mercato rionale; 2)Internet è fatto per persone curiose e forti che non si lasciano avvolgere dal manto dell’incompetenza e dell’ideologia.

p.s. sentite cosa dice facci a proposito della rete e datemi un’opinione spassionata: http://it.youtube.com/watch?v=u3KChtcVAuU

NutreLaMente ha detto...

Grazie per la segnalazione, Mauri! Ho inglobato il video di cui parli direttamente nel testo di questo "post"!

Penso che Di Pietro sia un bambino che ha scoperto un giocattolo poco noto e che, pur non conoscendolo, lo voglia brandire a quattro mani di fronte a tutti i suoi amici (e nemici) per essere "il più cool"! (finendo solo per essere ridicolo)

Penso, inoltre e infine, che Facci (chiunque sia xké io personalmente, e me ne vergogno, non l'ho mai sentito nominare) abbia detto una gran ca****a poiché la rete, i blog , i social networks sono lo specchio di una fascia della popolazione mediamente GIOVANE e DAL MEDIO-ALTO GRADO DI ISTRUZIONE.

Insomma, Di Pietro VS Facci = 0-0

Avete detto cose molto più intelligenti VOI ed è per questo che sono così onorato di tenere in piedi questo blog! GRAZIE DAVVERO!! E complimenti: facciamoci un applauso, please!

Anonimo ha detto...

Facci si è fatto prendere la mano: era a "porta a porta" e anche se non è proprio l'ultimo dei coglioni immagino che gli sputazzi radioattivi di vespa lo avessero leggermente contagiato. Detto questo, le sue posizioni sono insostenibili ma da un lato rispecchiano quello che dicevo poco fa, ovvero che un mezzo che mira a garantire la democrazia non deve essere un luogo belluino dove l'opinione di tizio vale tanto quella di caio. Questo mi sembra totalmente inaccettabile. Da qui a dire che siamo tutti obnubilati da grillo e rappresentiamo il peggio dell'Italia ce ne passa, ma nei talk show, si sa, si tende ad esagerare per entrare in quel vortice di polemiche che fa brillare i nomi.

Anonimo ha detto...

Presupposto fondamentale della democrazia è capire che cosa si vuole in modo tale da poter scegliere chi ci deve rappresentare ed eventualmente controllare il suo operato (detto così sembra veramente un gioco da ragazzi). Capire cosa vogliamo significa informarsi correttamente, capire la profondità delle questioni; ma informarsi costa tempo e denaro, soprattutto se i mezzi d’informazione sono così poco limpidi e affidabili. E qui entra in gioco internet. Ovviamente parliamo di internet come mezzo di informazione per evitare di confondere le cose e di generalizzare su un servizio molto differenziato. Non è certamente colpa di internet se non riusciamo a formulare un pensiero coerente, critico, ma soprattutto indipendente. Il problema è che non cerchiamo nei posti giusti perché abbiamo fretta di farci un’idea su qualcosa che invece meriterebbe qualche riflessione in più.

Niccolò ha detto...

di pietro è diventato il pappagallo di grillo...ovvero un pappagrillo

Anonimo ha detto...

A mio avviso la Democrazia con la D maiuscola è pura utopia e come tale non raggiungibile. La cerchiamo da quando l'Uomo è nato, ma ci siamo sempre dovuti scontrare con qualcuno più forte di noi e questo l'ha sempre impedita.
Internet rappresenta solo un modo per dire la propria opinione e renderla disponibile a più gente possibile, cosa che può essere molto utile e che può far vedere se il nostro pensiero è condiviso o meno, ma che poco potrà fare. Il presupposto della Democrazia è lasciar libero il popolo di scegliere una guida, Internet invece fornisce solo una virtuale libertà di stampa. La libera diffusione di idee, generate dalla libertà di stampa può, tuttavia, essere un pericolo, proprio come lo è sempre stato in passato, perchè un pazzo può influenzare gente influenzabile (scusate il gioco di parole). Questo può degenerare velocemente in una situazione pericolosa che può (è doveroso mettere il condizionale) andare contro al pensiero della maggioranza della popolazione, e quindi contro alla democrazia stessa.

Anonimo ha detto...

Credo sia utile fare delle riflessioni sul concetto di democrazia perché spesso la si definisce solo come meccanismo attraverso il quale si sceglie qualcuno per rappresentarci, oppure meccanismo attraverso il quale ognuno può esprimere il suo parere, altre volte la si pensa come riflesso del pensiero politico della maggioranza degli elettori…
Il meccanismo della democrazia si fonda sulla delega; l’elettorato attivo delega quello passivo al fine di tradurre il proprio pensiero in azioni concrete (su questo ci siamo). Non scordiamoci però che questo meccanismo c’era anche quando non vi era il diritto di voto per le donne, per le persone non considerate di alto livello sociale.. dunque democrazia significa anche allargamento dell’elettorato attivo. Ma allora una buona democrazia dovrebbe garantire la rappresentatività a tutti coloro che la pensano in un certo modo? No, nella maniera più assoluta. Vi immaginate un parlamento formato da centinaia di partiti? La questione è che noi quando votiamo sposiamo un pensiero che in qualche modo si adatta al nostro, ma non è esattamente quello. E questo è un bene, se si vuole garantire la governabilità. Ora ognuno può avere la sua opinione su qualcosa, ma non è detto che democrazia significhi avere qualcuno che la rappresenti. Questa frase potrebbe far inorridire coloro che si sentono menti illuminate, la voce fuori dal coro … tuttavia democrazia significa anche capire che chi non ha il tempo di informarsi vota qualcuno che pensa faccia i suoi interessi quando in realtà è tutto il contrario. Rimane allora questo problema di fondo : come strutturare il rapporto tra elettori ed eletti ? Democrazia altamente rappresentativa, democrazia semirappresentativa, democrazia parlamentare, democrazia diretta… è giusto garantire rappresentatività a gruppi che costituiscono l’ 1,5% dell’elettorato? Come facciamo a garantire che i nostri rappresentanti non si discostino da quello per cui li abbiamo votati? I meccanismi di democrazia diretta, ad esempio i referendum devono essere solo abrogativi/consultivi o possono anche essere propositivi?

Per concludere, non ci sono democrazie che sono meglio di altre; ci sono democrazie che funzionano meglio a seconda dei contesti socioculturali che esaminiamo.

Anonimo ha detto...

mmm.... mi sembra però che alcuni posto siano un po' fuori tema... qui si parla di INTERNET: MEZZO DEMOCRATICO O POSSIBILE PERICOLO?

NutreLaMente ha detto...

Ciao Alex!
Ben tornato nel blog e grazie per la tua segnalazione ma ti ricordo che la funzione di moderatore ce l'ha solo colui che gestisce il blog e non ritengo che si possa parlare di "off-topic" quando in un post si lasciano commenti che vanno a sondare le origini, gli assunti di base (cos'è la democrazia?) che stanno a monte di un quesito, in questo caso il titolo stesso del post. Spero di aver chiarito la mia opinione.

Ora mi leggo bene i vostri commenti, curiosissimo come sempre!

Anonimo ha detto...

Ri buongiorno! Hehe, in realtà non volevo fare il moderatore, per fortuna non mi spetta visto che non credo ne sarei in grado!, ma esprimere un'opinione.. Visto che si parlava di mezzo democratico, e non di democrazia, ovvero due cose ben distinte, credevo fosse OT... In ogni caso bellissimo leggere tutte queste opinioni, anche molto diverse, ti fanno capire quanto i pensieri siano diversi... tra l'altro, avete sentito parlare della possibile introduzione di un Registro per Siti Web e Blog??? Questo sebbene ancora non vada incontro alla libertà di Internet, potrebbe essere l'inizio di un controllo...... nonchè di una futura tassazione... un po' come lo è il catasto per le case, e il libretto per le auto.... Ciao!!!

NutreLaMente ha detto...

Lo so, lo so che non l'hai fatto con l'intento di interferire. Te l'ho fatto notare poiché certe opinioni possono funzionare da "killer creativi", come si dice nel "gergo" dei brainstorming, ovvero inibire il contributo di qualcuno. Ritengo che sia bello estendere il discorso ad argomenti correlati, che aiutino a capire meglio il tema centrale o ciò che ci sta dietro.

Quanto al decreto riguardante i blog vi invito tutti a leggere i commenti che ho lasciato, insieme ad altre persone, qui: http://blab2.blogspot.com/2007/10/blog-in-pericolo.html

Potrebbe diventare argomento di prossima discussione anche in questo blog.

Anonimo ha detto...

;-) Capisco perfettamente... Sorry... Ora vado a leggere su quel blog! A presto! Alex

Anonimo ha detto...

Da quel che leggevo io, l'iscrizione al ROC è comunque gratuita, bisogna attendere dei tempi di registrazione ma nel periodo che intercorre dalla presentazione della domanda alla sua accettazione si può comunque scrivere sul proprio blog inserendo un titolino "In attesa di iscrizione al ROC". Ora, questo è quello che so, bisogna stabilire se l'iscrizione al ROC prevede un'effettivo controllo censorio. Se così è, bisognerebbe bruciare il parlamento (senza farsi prendere da facili isterismi^_^).

NutreLaMente ha detto...

Sì, ma credo che l'iscrizione al ROC sarà richiesta solo a quei blog che dovessero svolgere un'attività editoriale vera e propria. Non un blog come il mio, per intendersi.

Poi la legge, si è già capito, cambierà MOLTO prima di giungere (se mai ci giungerà) alla fine del suo iter perché, per fortuna, troppi scudi si sono alzati da ogni fronte!

Anonimo ha detto...

È inutile che ci arrovelliamo sul testo della legge, che a primo impatto potrebbe non lasciare alcun dubbio sulla sua interpretazione. Ma il punto è proprio questo : i testi dei decreti non sono la legge. La legge è la sua interpretazione che spesso è fornita in allegato al testo della legge stessa. Purtroppo in questo caso i criteri sono individuati dall’Autorità Garante per le Comunicazioni che essendo un organo istituzionale andrà ad interpretare la norma facendosi guidare dai principi base della normativa riguardante l’editoria. Credo che la ratio sia questa : garantire il servizio di informazione nella sua professionalità nell’interesse di chi ha dovuto superare vari concorsi prima di poter farlo di professione e nell’interesse di chi questo servizio lo riceve. Ovviamente per quelli che lo fanno a scopo di lucro c’è anche un discorso di presunta evasione.
In sostanza credo che il gestore di un blog che fa informazione possa tranquillamente continuare a farlo senza pagare niente a meno che non sia organizzato in forma di testata giornalistica. Dunque siamo in presenza dell’ennesima legge inutile della storia della nostra democrazia : i blog che rientrano in questa categoria dovrebbero veramente contarsi sulle dita di una mano. Questo dovrebbe essere, fra l’altro, l’ennesimo tentativo di proteggere la casta dei giornalisti e per giunta con l’intento di tirarci su qualche soldo. Detto questo credo che anche questo dibattito potrebbe lasciare il tempo che trova dato che come già osservava acutamente qualcuno, questo è solo un disegno di legge che deve superare prima il parlamento e poi il senato (con tutti gli emendamenti e il testo per la corretta interpretazione ecc… ) e di questi tempi non sembra una cosa facile!

Anonimo ha detto...

A proposito, vi segnalo che Metro ha fatto una partnership con la BBC e spesso su metro c'è una pagina che si intitola proprio "Why democracy?".
Riflessioni in proposito!

Anonimo ha detto...

Infine... avevo letto un articolo, curioso, su un fatto di democrazia attivista giovanile, direi! Non ricordo dove l'ho letto, ma credo fosse così.. In UK la banca che fornisce finanziamenti agli studenti apposta per i loro studi (tutte le università serie nel mondo hanno finanziamenti ad hoc.......)aveva deciso unilateralmente di cambiare le condizioni da un giorno all'altro. Gli studenti si sono lamentati e hanno mosso una rivolta contro questa decisione della banca, credo proprio a partire da internet, come punto di raccolta!
Ovviamente, là, hanno avuto la meglio gli studenti.
W la democrazia!... anglosassone.

Anonimo ha detto...

http://it.youtube.com/watch?v=3c65eZgQGsE

a questo serve internet, è una memoria collettiva...dici poco...