mercoledì 21 maggio 2008

Questo pazzo mondo della tv italiana

Video: il videcomunicato sindacale andato in onda durante il Tg3 per protestare contro lo spostamento di Primo Piano in tarda serata (a favore di un programma di intrattenimento).

I telegiornali di tutto il Mondo spendono decine di minuti sulla terribile catastrofe in Birmania e sugli aiuti internazionali fermi nelle acque limitrofe perché respinti dalla dittatura del Paese. I telegiornali italiani, invece, parlano quasi solo della Cina e della politica interna.

I programmi intelligenti, di approfondimento, forse a volte anche "scomodi" perché spingono a ragionare e, allo stesso tempo, non fruttano le decine di milioni di euro in pubblicità dei reality show, vengono spostati a tarda serata.

Cosa succede? E quale futuro spetta a questo pazzo mondo della tv italiana?

Video: per aiutare ulteriormente la riflessione, vi aggiungo un video di Marco Travaglio che parla della disinformazione mediatica in Italia.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

..la televisione è lo specchio della società, è una superficie riflettente che propone quello che siamo e che stiamo diventando..o almeno, così dicono..o, forse, aggiungerei, così era una volta..
..il pubblico vuole sapere, alla gente interessa..così si giustificano molte scelte palinsestuali..forse, da una lato è vero..forse, ci interessa di più vedere la Ventura che litiga con Morgan per chi "trasmette di più" tra le nuove star del pop de 'no artri piuttosto che papparsi 2 ore di approfondimento come succede con primo piano o con report..non so..certo che si potrebbero fare centinaia di discorsi sulla perdita di funzione educativa, civica, istruttiva della tv, rischiando di cadere nel banale, nel già detto..forse, da una lato, bisognerebbe inerrogarsi se davvero questa società (mi si passi il termine non molto preciso) abbia bisogno e voglia di una tv come molti rimpiangono..e, poi, come mai, i telegiornali e i programmi di approfondimento siano una finestra molto limitata, basata su una riproposizione di eventi di cronaca nera e di altri elementi, tutti di casa nostra..le disgrazie diventano notizie, si guarda dal buco della serratura, cercando di far passare il dettaglio per la cosa importante..
..forse il gap è a livello produttivo..però, la produzione vive di numeri legate a teste di spettatori..allora il marcio è richiesto, non è prodotto..un altro dilemma come quello dell'uovo e della gallina..è un cane che si morde la coda..!

Anonimo ha detto...

Più impedisci alla gente di informarsi, più è facile prenderla per il culo.
E’ vero, abbiamo Internet. Ma ABBIAMO chi? Abbiamo io e voi, e milioni di altre persone. Ma gli anziani non conoscono poiché la vecchiaia, come diceva Ungaretti, obbedisce alle regole della morte e la morte se ne frega dei rifiuti di Napoli, se abita a Cinisello. Avete mai provato a spiegarvi la resistenza caparbia dei vostri nonni ad imparare qualcosa di totalmente nuovo? Personalmente, non saprei da che parte iniziare, se un giorno mi dovessi trovare nella circostanza di spiegare a mia nonna che cosa la rete sia e che cosa intendo io per rete e come la uso e perché.
E COME lo usiamo Internet? Quanti di voi leggono giornali in rete, vedono video che digrignano i denti contro la disinformazione, oppure video storici che raccontano tragedie e leggende della nostra politica, cercando di trovare un senso al marasma di informazioni, allineandole e creando edifici solidi che restano opinioni, certo, ma opinioni forti e non castelli di stracci bagnati, fondati su dati e citazioni inventate?
E quanto TEMPO ci vuole per fare tutto questo? Quanto tempo per esercitare il nostro diritto all’informazione? Forse è vero che le palestre andrebbero eliminate e al loro posto costruiti cinema con cineforum obbligatorio.
Ormai il gesto che l’italiano medio compie per informarsi è un gesto ostensivo, di mostramento. Arraffa il telecomando sul divano in similpelle e stende il braccio, mostrando la chiave per la sua informazione al televisore, caverna mistica che conduce nella Televisione. Il telecomando è solo un biglietto, o un passaporto, che consente al telespettatore di entrare in un mondo di convinzioni e condizioni di realtà diverse da quelle a cui è abituato. “Ecco il mio biglietto! Adesso mostrami l’informazione”. Non c’è vera libertà nel gesto di cambiare canale; l’unica vera scintilla di libertà è la rinuncia alla visione parziale. Il telecomando non è uno strumento di scelta, è solo una chiave, e le chiavi aprono o chiudono la vista su una stanza che rimane immutata, sia che la nostra volontà ci spinga a chiudere sia che ci spinga ad aprire.
L’informazione non può essere mostrata, nasce dalla comparazione e nessuno può delegare il compito di comparare ad un “bravo giornalista”, ad un premier o a una soubrette.
Sono d’accordo con giò quando dice che la televisione è uno specchio. Mi azzardo ad aggiungere con un filo di speranza che lo specchio attualmente è deformante, accentua alcuni caratteri grotteschi del nostro animo ma nasconde anche tante virtù.
Sono convinto che esista una formula alchimistica perfetta, che se conosciuta permetta di scovare la verità nei diversi media e, misurando quest’ultima col nostro senso critico, consenta di costruire un’altra verità, quanto più possibile definitiva. Per me questa è informazione. E lo so che suona difficile, ma i diritti vanno continuamente riconfermati.
Riguardo alla questione del chi possiede cosa, di presidenti cerberi che con una testa guardano all’informazione, con l’altra alla politica e con la terza a chissà cosa (benessere degli italiani, mafia, squadre di calcio, donne o ricordi di crociere), non credete che risolvendola si passerà all’era nuova dell’informazione pulita. Se non si educa a conoscere la differenza fra un’informazione corretta e una parziale o scorretta, non importa chi veicola l’informazione e con quali scopi, l’imbarazzo dell’ignoranza si tramuterà in un’arma al servizio del più forte.

Anonimo ha detto...

“Sono convinto che esista una formula alchimistica perfetta, che se conosciuta permetta di scovare la verità nei diversi media e, misurando quest’ultima col nostro senso critico, consenta di costruire un’altra verità, quanto più possibile definitiva. Per me questa è informazione. E lo so che suona difficile, ma i diritti vanno continuamente riconfermati.”

Mi è piaciuta questa frase, mauri..più che altro ho gradito la filosofia ottimistica di cui è pervasa..
Mi sento però di sottolineare che, forse, è pretendere un po’ troppo..un medium non può MAI veicolare la verità!! è un mezzo, uno strumento, una potente e alquanto pericolosa protesi in grado di riproporre una realtà, un dato, un evento..ma, essendo un qualcosa di funzionale e strumentale, si presta al suo utilizzatore, che, prontamente, lo fa suo!!egli ne avverte le potenzialità, la forza impattante a livello comunicativo e lo adatta al contenuto, plasmato ad hoc per rendere ciò che l’utilizzatore del mezzo voleva trasmettere..
..anche la nostra operazione intellettuale, utilizzando tutto il senso critico offerto dalla nostra cultura e dalla nostra esperienza, finisce per costruire una verità “altra”..altra rispetto a quella offertaci dal medium (TV, come stampa, come internet..il succo non cambia) che è già solo una visione attraverso il buco della serratura, è già “altra” rispetto al dato reale e concreto che si sforza e pretende di restituire.. il medium si prostituisce, dando tutto se stesso a chi lo utilizza per la produzione e, idem, a chi ne fruisce (anche per rendere il “vero”,proprio come vorrebbe mauri)..ma come una puttana si dà a tutti, senza distinzione, e solo per interesse..
..non sto dicendo di boicottare l’intero sistema mediale mondiale e di vivere spensieratamente da suavages alla Rousseau..!sto solo dicendo che tutti noi abbiamo una finestra aperta sul mondo informativo, una finestra che ci mostra solo alcune cose..naturalmente il senso critico, l’approfondimento e gli interessi personali possono spingerci ad allungare fuori la testa e a vedere ai lati, sotto, sopra..e ciò è degno di lode e va fatto!!(è qui che è positivo il senso della frase di mauri!!)..ma restiamo sempre dietro il medium-finestra!

La tv è uno specchio, sì!!forse deformante, ma né più né meno degli altri media..il quesito iniziale di questa discussione riguardava il naufragante depauperamento dei contenuti dei programmi televisivi, soprattutto a livello informativo.. una risposta netta e precisa non c’è, o meglio, io non ce l’ho!!forse, in un gioco di specchi deformanti che pretendono di riproporre ed esaurire un “vero” da cui si allontanano sempre più, proprio a causa del loro ossessivo sforzo ricercativo, lo spettatore/fruitore, per pigrizia, poca cultura, abitudine o, peggio ancora, rassegnazione, preferisce abbassare la testa e ravanare nel letamaio dei reality e nei culi delle vallette..quotidianità gia nota, ma certo più rassicurante..forse..

Anonimo ha detto...

Non particolarmente originale, ma perchè non linkarlo?

http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=21738