lunedì 26 maggio 2008

Energia nucleare Vs energia solare/eolica

Dopo aver ricevuto un articolo da Nicco e aver sentito parlare da mia mamma di un progetto realizzato nel Nevada da Carlo Rubbia (Premio Nobel per la Fisica), sono andato in internet per informarmi meglio e cosa trovo? La stessa intervista mandata da Nicco. Non mi resta, dunque, che pubblicarla qui così com'è e lasciare a voi ogni riflessione.

"Il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra. Quando è stato costruito l’ultimo reattore in America? Nel 1979, trent’anni fa! Quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dallo Stato per mantenere l’arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l’uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie. Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali.

Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l’anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso. C'è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell’elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l’energia necessaria all’intero pianeta. E un’area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma. I nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l’energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l’acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente".

Se è così semplice, perché allora non si fa?

Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com’è accaduto del resto per il computer vent’anni fa. (30 marzo 2008)

6 commenti:

Niccolò ha detto...

Siamo in un settore nel quale è difficile trovare degli studi attendibili o concordi (sarebbe molto interessante aprire un'altra discussione sui vuoti di razionalità del metodo scientifico stesso), ma d'altra parte ci possiamo basare solo sulla scienza (verità approssimativa in senso popperiano).
Potremmo altrimenti favorire il ricorso etico-logico ad un'euristica della paura come prospettata da Jonas, ma questa scelta porterebbe già in sè l'implicito rifiuto del nucleare (insieme al rifiuto, come umanità, di metterci le dita nel naso per l'infinitesimo rischio di perforarci il cervello ed estinguerci per via di una scaccolata globale). Ho letto con molto interesse le dichiarazioni di Rubbia ed è chiaro che non posseggo gli strumenti per valutarle sino in fondo...se fossero realistiche però è evidente che la frammentazione dei pannelli nelle varie regioni d'Italia (chiamandolo "federalismo solare" magari lo capirebbero anche i leghisti) agevolmente potrebbe garantire il raggiungimento della superficie prospettata.
Allargando il discorso, potremmo anche favorire il ricorso all'energia geotermica (enorme potenziale in italia scarsamente sviluppato) e a quella eolica. Mi sembra ragionevole credere che si possa raggiungere il 20% o più della produzione energetica nazionale (parametro che si vuole raggiungere col nucleare) senza la necessità di costruire centrali (e quindi senza preoccuparci del problema dell'uranio che scarseggia e delle scorie, nonchè degli incidenti nucleari...fiuuuuu). Nessuna opposizione ideologica quindi ma è evidente la pericolosità in sè dello strumento "centrale nucleare" che a mio avviso lo giustifica solo come extrema ratio. Prima quindi si dovrebbe investire nelle energie alternative e finanziare la ricerca delle centrali avanzate e della fusione (cosa che stanno facendo in tutto il mondo peraltro) e solo dopo si potrebbe ricorrere al nucleare, se assolutamente necessario. Questo mi sembra un piano energetico sensato...l'importare la tecnologia nucleare vecchia da altri paesi per far fronte ad una crisi energetica imminente, assoluta, che fino a qualche mese fa però non era così irrimediabile e soffocante mi sembra strumentale a solleticare l'emotività delle persone...ma questa pare una tattica tanto cara al governo, proprio come in tema sicurezza.
Qualche piccola postilla.

Obiezione 1: "oh ma che cavolo dici come facciamo a raggiungere il 20% della produzione energetica con energie alternative? neanche in centomila anni/ non è scientificamente possibile..."
A Bruxelles circa un anno fa è stato raggiunto l'accordo al vertice per la prevenzione dei mutamenti climatici che prevede per TUTTI gli stati europei il raggiungimento di quote di consumo energetico da fonti pulite e rinnovabili (e checchè ne dica gasparri il nucleare non è nè pulito nè rinnovabile) almeno pari al 20% entro il 2020...
Certo al momento, in attesa di direttive che tengano conto delle specificità di ogni stato, potremmo definirlo un gentlemen's agreement, ma non facciamoci sempre riconoscere...

obiezione 2: "ma a noi serve qualcosa subito...mi manca energia...il coniglietto della duracell sta morendo!!"
I giapponesi lavorando giorno e notte (a furia di mangiare alghe sono diventati organismi fotosintetici) hanno battuto ogni record costruendo UNA centrale nucleare in 40 mesi...noi abbiamo stimato di costruirne circa 15-20 (ovviamente, ma non è così ovvio, non ne possiamo costruire così tante contemporaneamente...)...

obiezione 4: "il problema delle scorie lo risolviamo come tutti gli altri stati che hanno le centrali, qualche settimana e li stipiamo in apppositi siti"
A napoli stiamo cercando di risolvere il problema della monnezza da più di 15 anni...

obiezione 3: "sei un ignorante cretino"
Come essere umano ho circa il 99,6% del patrimonio genetico in comune con uno scimpanzè...si fa quel che si può...

Niccolò ha detto...

obiezione 5: "il 3 viene prima del 4...non sai neanche contare e dovremmo credere a quello che dici?"
Ohi ohi...

NutreLaMente ha detto...

Eheh... bellissimo commento Nicco: grazie e complimenti!! Bella pacca sulla spalla e... ma vaffanculo! Dai, scherzo, concordo con tutto ciò che dici, in realtà! ;)

Anonimo ha detto...

L'urgenza del nucleare nasce dalla costante e inesorabile crescita del costo del petrolio e del gas. Se questo processo di aumento del costo delle materie prime dovesse rimanere su questo trend il Pil si abbasserebbe vertiginosamente e nel giro di qualche decennio andiamo a fare compagnia all'Argentina o alla Sierra Leone. Al di là di certi progetti molto improbabili, mi riferisco al pannello grande come il raccordo di Roma, credo che l’investimento nell’energia rinnovabile sarebbe la miglior cosa per una questione di tempi e di rischio ambientale. Se non fosse che i costi complessivi dei sistemi fotovoltaici (componentistica, sistemi e strutture di supporto, progettazione, direzione lavori e collaudo, messa in opera) si aggirano intorno ai 5.000-6.000 euro/kW per le grandi centrali mentre Il costo medio attuale di una centrale nucleare è di circa 2000-2200 euro/kW. Praticamente si spende il triplo dei soldi per avere la stessa energia. I paesi in cui l’energia alternativa produce più del nucleare guarda caso sono gli stessi paesi che non devono comprare petrolio.
Non credo ovviamente che il discorso si riduca tutto a una questione di danaro, ma sapete com’è.. inflazione, debito pubblico, basso tasso di crescita del Pil, abbassamento del potere d’acquisto… non è che navighiamo nell’oro. Per questo motivo non rifiuto a priori il nucleare anche se ad esso deve essere affiancato un serio progetto d’investimento nell’energia rinnovabile.

Niccolò ha detto...

Condivido la questione economica ma considererei due elementi:

1. l'investimento in alternative è una tantum- l'investimento nel nucleare è provvisorio e legato al costo di una materia (uranio) che potrebbe tranquillamente oscillare come quello del petrolio

2. I costi alti del ricorso alle alternative potrebbero tranquillamente diminuire (e di molto) mediante programmi di investimento nel settore (specie se a livello europeo).

Anonimo ha detto...

Hai ragione! I costi in previsione per il solare sono di circa la metà di quelli attuali per il 2020 ed è per questo che non bisogna mollare l'energia alternativa oltre agli altri motivi. Purtroppo, rischio di essere ripetitivo, sarebbe bastato che la necessità di questi investimenti si fosse presentata in un periodo storico diverso.. se la Banca Centrale Europea la smettesse di alzare i tassi d'interesse avremmo un debito pubblico minore e magari riusciremmo a permetterci progetti più impegnativi. Senza contare che continuiamo a spendere soldi dove non serve (vedi il ponte di Messina e i soldi dati all'Alitalia, che ormai è ufficiale non torneranno più indietro). Ci sono paesi come la Spagna che pur non essendo ricchissimi riescono comunque ad investire molto nell'energia alternativa grazie ad un bilancio statale in salute e ad una crescita economica costante.
Se qualcuno non si decide ad abbassare la spesa pubblica giuro che piazzo una bomba in parlamento(muhaahahaah).Infine per la cronaca l'obbligo di referendum sul nucleare non c'è più quindi...