martedì 2 settembre 2008

Sognare o non sognare? Questo è il dilemma.

Video: "Sogna, ragazzo, sogna" - parole e musica di Roberto Vecchioni

Non smettere mai di sognare oppure aborrire i propri sogni per vivere di più con i piedi per terra?

Avere dei sogni significa evadere dalla realtà da codardi o piuttosto coltivare una speranza che qualcosa di meglio esista sempre?

Voi quali sogni nel cassetto custodite (se ne custodite)?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Al momento sogno di vedere di nuovo qs nostro spazietto animato.. oddio "sogno" è un po' troppo.. Cmq rompo il ghiaccio!

Sognare, assolutamente sognare! e soprattutto alla nostra età!!
"La gioventù ruggisce, ce n'è di tempo per miagolare" questa chicca non so da dove esca.. ma.. rende!

Sognare, sì, assolutamente! A patto che i sogni non si impossessino di te, che non diventino frenesia, affanno, ricerca spasmodica di qualcosa.. sempre attratti dal primo luccichio che poi delude e.. ne vuoi subito un altro per dimostrarti che quello di prima non è stato un fallimento..
Sì, sognare. Ma costruire, senza ansia!
"Perchè un uomo vive delle sue parole o non vive più.."

Anonimo ha detto...

Mi è venuta in mente una canzone di Vasco dell'ultimo cd : "E adesso che tocca a me".
I versi che mi interessano sono proprio i primi quando dice: "e adesso che sono arrivato fin qui grazie ai miei sogni che cosa me ne faccio della realtà"..
Sognare non costa nulla. Quello che costa, tempo e fatiche, è tentare di raggiungerli questi sogni. Trovo abbastanza insensato adottare vie di mezzo, nel senso sognare a metà. Ovvero sognare, ma comunque non farsi coinvolgere troppo, rimanere coi piedi per terra; oppure sognare ma non fare nulla affinchè il sogno si realizzi, come se le cose piovessero dal cielo. E allora esiste qualcosa che valga pena di essere sognato? No, ma vale comunque la pena sognare :
Chi non sogna crede di sapere le cose prima di viverle. Chi sogna sbaglia, ma cresce, e vivere è prorpio questo!

Niccolò ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Niccolò ha detto...

Uno degli aforismi di Cioran per me più significativi...che contiene nella sua semplicità ed immediatezza una possibile risposta a questa ed alla discussione precedente...e forse a pensarci bene a molte altre discussioni:

"...Esiste una conoscenza che toglie peso e portata a quello che si fa - e per la quale tutto è privo di fondamento tranne essa medesima. Pura al punto da aborrire perfino l'idea di oggetto, traduce quel sapere estremo secondo il quale fare o non fare un atto è la stessa cosa, e a cui si associa una soddisfazione altrettanto estrema: il poter ripetere, a ogni incontro, che nessuno dei gesti da noi compiuti merita la nostra adesione, che niente è avvalorato da una qualche traccia di sostanza, che la "realtà" è dell'ordine dell'insensato. Una tale conoscenza meriterebbe di essere definita postuma: opera infatti come se chi conosce fosse vivo e non vivo, essere e memoria di essere. "È già passato" dice costui di tutto ciò che compie, nell'istante stesso dell'atto, che viene così destituito per sempre di presente..."

Anonimo ha detto...

Hello! Io non conosco Cioran e quindi pongo a te (Nicco)una domanda, proprio delle più banali... Questa conoscenza che "esiste".. non sarà un sogno anch'essa?